Ormai tantissimi lavori – sia emergenti che più radicati nella quotidianità – si svolgono attraverso l’utilizzo dello schermo di un pc o di un tablet. Sono tantissimi infatti i professionisti che, per un motivo o per un altro, si ritrovano a dover osservare per molte ore della giornata uno schermo per lavorare, certamente andando ad affaticare gli occhi a prescindere dall’utilizzo o meno degli occhiali.
L’uso degli schermi però non è radicato soltanto nel mondo lavorativo ma anche in quello degli aspetti più ludici della quotidianità. Infatti è possibile che per rilassarsi si possa decidere di guardare un film in streaming sempre tramite PC o tablet, così come anche con lo smartphone. O anche: gli schermi del PC e di una smart TV possono servire, per esempio, a giocare ai videogiochi oppure a cercare sul web il miglior casinò per giocare online e provare quindi slot e mini-giochi presenti nei portali. In sostanza: si passa molto tempo della giornata davanti a uno schermo.
Quindi, cosa fare per ridurre l’affaticamento visivo? E quali possono esse le connessioni tra un prolungato utilizzato degli schermi e problematiche fisiche?
Che cos’è l’affaticamento visivo digitale?
Innanzitutto, dobbiamo approfondire (seppur brevemente) il tema. L’affaticamento visivo di stampo digitale rappresenta un insieme di sintomi che si presentano, per l’appunto, dopo aver trascorso periodi di differente lunghezza davanti a uno schermo. Questi sintomi possono includere visione offuscata, mal di testa, irritazione agli occhi così come anche dolori al collo, sensibilità alla luce e una certa difficoltà a mantenere la concentrazione.
Le cause di questo affaticamento possono emergere in maniera singola o collettiva. Sicuramente è presente una frequenza di ammiccamento ridotta, poiché quando si guarda uno schermo si tende a sbattere le palpebre molto meno rispetto al normale, portando quindi a una non coerente lubrificazione dell’occhio. Anche la distanza ravvicinata sicuramente non aiuta, così come un’illuminazione che potrebbe essere non adeguata. Inoltre, lo sfarfallio dello schermo e l’esposizione alla luce blu possono aumentare ancor di più la sensazione di fatica.
I principali consigli per ridurre l’affaticamento visivo
Nonostante il problema sia evidente esistono anche delle strategie per ridurre l’impatto di fatica dettato dal prolungato uso di schermi.
Uno dei consigli principali è quello di seguire la regola “20-20-20”. Si tratta di una semplice gestione del tempo che aiuta a ridurre lo stress. Tale regola consiglia di prendere una pausa ogni 20, per 20 secondi, concentrandosi su un oggetto distante 20 piedi (ovvero i nostri 6 metri, per intenderci). Così facendo, i muscoli oculari dovrebbero rilassarsi.
Anche ottimizzare l’illuminazione ed evitare riflessi dello schermo o una luminosità inadeguata possono essere delle buonissime tattiche per diminuire la fatica, così come d’altronde l’utilizzo di occhiali con filtro per luce blu, ampiamente raccomandati da molti optometristi. Altro consiglio molto utile può essere quello della regolazione della posizione dello schermo, il quale dovrebbe stare a circa 50-70 cm dal viso e leggermente sotto il livello degli occhi. Si può prendere in considerazione anche l’idea di prendere delle gocce oculari per inumidire gli occhi, così come aumentare eventualmente i caratteri del testo presenti sullo schermo per facilitare la lettura.
Al di là di questi consigli piuttosto pratici ma sempre legati a un concetto tappabuchi più che di prevenzione, può essere molto importante adottare uno stile di vita sano, che dia in generale sollievo agli occhi e alle altre parti del corpo coinvolte. Potrebbe essere molto importante, infatti, dormire quanto necessario, prendersi pause regolari e fare esercizi per il collo e le spalle, in modo da allentare ancora di più la tensione dettata dall’affaticamento. In generale, comunque, è sempre consigliabile limitare il più possibile l’utilizzo degli schermi quando non risulta strettamente necessario. Guardare un video su YouTube o leggere un articolo su un sito, infatti, non può e non deve rappresentare un peso per la salute.